L’ingranaggio
Come le foglie rosse di Londra,
in questi giorni imprigiono la pioggia,
serrando desideri in cassetti chiusi a chiave.
Avrei dovuto domarla la puttana:
questa vita che, fagocitandoti, t’abbandona,
questo rosso che dipinge la sera incupita,
mentre i palazzi urlano per la strada:
quando la polvere penetra la pelle
e il fango attanaglia la gola.
...
L'uncino
Come l'acqua o l'aria
la mia visibilità dal recipiente dipese.
Perciò agghindai il corpo
e nell'altrui occhio attrazione riprese
Estrassi liquefatta pelle dall'assenza
e, nel mio cammino a passi indietro,
parole chiodate ostruirono la gola
per non scalfirmi in faccia alcun segreto.
Così nel vuoto immenso di me stessa
smisi di parlare ad occhio sordo
e, come fossi terra di nessuno,
con ferro cavai il resto di un ricordo.
...
Sotto vuoto
Mi riappropriai della mia vita per perderla,
come si perde un pezzo di tabacco.
Conobbi l’amore per dimenticarlo,
come si dimentica il nome di un compagno.
Scavai nelle membra il sapore di te
per non averlo più e non perderlo mai.
Otturai ogni comunicazione con l’esterno,
e da allora le parole ebbero importanza.
...
Nessuno ha mai voluto che stessi bene
Mi hanno accusato del mio dolore come fosse una malattia,
l’odore malsano della bambina malata nella camera da letto.
E io cercavo il cielo nel baldacchino in legno
aspettando che qualcuno volesse guarirmi.
Ma nessuno ha mai voluto che io stessi bene
e m’invadevano di parole come pillole azzurre;
le mie lacrime erano sintomi da celare nella penombra
della luce a neon sul comodino.
Tappezzavo le mura di foto per non sentirmi sola
e il mio viso in due dimensioni mi ricordava che
anch’io appartenevo al mondo.
Ho tremendamente paura di dimenticarmi,
è stato così facile per tutti voi!
...
Ieri ho visto un film davvero notevole: Black Book. Il primo a trattare il tema della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto analizzandolo dalla prospettiva più squisitamente umana, senza schierare buoni e cattivi ma analizzando l'animo dell'uomo, con i suoi lati oscuri e i suoi egoismi accresciuti dal dolore. Mi ha fatto riflettere: su di me e su coloro che conosco, su come gli anni e le sofferenze siano capaci di trasfigurare una persona in altro da sé, su come l'egoismo di alcuni uomini possa risultare duro come il piombo e più durevole del tempo stesso.
Spero di riuscire a restare me...
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La sentenza
Linfa di porpora
trama veleno,
attaccato all’amo
l’animo urla.
Egoismo di piombo
rese l’utero magro,
la mia vita in teatro:
personaggi di vetro.
Fece la colpa
giudice l’uomo
e corpo innocente
fu sterpo per rogo.
Sospirando sul ponte
raggiunsi il subisso
coperto di coltre,
di umido abisso.
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Sembra che a volte l'unica cosa da fare sia proprio l'unica che non vorresti.
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...è troppo tardi...
...troppo tardi per tutto..
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Se tutto va bene ad Aprile saro' laureata. Devo studiare come una pazza, quindi sono in stato di allerta: non posso permettere a nessuna depressione di venirmi a mettere i bastoni tra le ruote. Cosi' cammino guardandomi intorno, vigile e sveglia, per vedere se mi sta per attaccare. Mi sono costruita un bello scudo di impegni e chimiche per poterne fronteggiare fanti e cavalieri. All'artiglieria pesante penseremo poi. Proteggo strenuamente l'unica torre che e' rimasta in piedi. Devo fare attenzione a non dispendere energie percio' ho deciso che non posso piu' cercare l'amore ad ogni passo, analizzando i solchi tra i ciottoli e le briciole lasciate sul selciato. Chiudo la caccia al tesoro: era tutto un imbroglio o io non sono stata in grado di trovarlo. Non lo so. Cercatelo voi adesso, se vi va.
ps.in alternativa...lasciate perdere... (se non e' zuppa e' pan bagnato!)
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Il ritorno nella laguna casalinga non è stato dei migliori, però neanche pessimo. Insomma, dipende dai punti di vista. Stranamente mi sta rassicurando la mia precarietà: il non sapere dove andare, cosa fare, il non sapere nemmeno dove sono stata. Non possiamo perdere ciò che non abbiamo. Se questo è vero, non ho nulla da perdere. Mi tranquillizzo pensando che posso solo salire. Allo stesso modo mi piace pensare che è stato giusto così, che il bello non è l'opposto del brutto, che nei miei ricordi posso vedere le stelle e che, se non ci sono stelle, sono in grado di sognarle. Forse la mia mente, il mio corpo adesso mi sono amici....forse...
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Tra una settimana sarò a Londra. Le sensazioni si mescolano: emozione, paura, curiosità, ansia, eccitazione, entusiasmo, timore dell'ennesima delusione ma, soprattutto, il mettermi alla prova che volevo. Ho volontariamente eliminato ogni sorta di punto di riferimento (almeno quelli che mi erano rimasti) per un mese e scoprirò, forse, che basto a me stessa più di quanto non credessi. Non lo so. Sono curiosa di vedere quanto posso spingermi oltre: dove partono i mieie limiti e dove le mie capacità. Sono curiosa di trovarmi davanti la solitudine materiale, perchè secondo me è molto meno dura di quella sostanziale, emotiva. Quella che provi quando hai persone accanto, e intorno: ti senti solo, tramendamente; solo anche se sei nello stesso letto e le pelli si toccano, gli odori si mescolano; solo anche se sono giorni che mangi l'uno di fornte all'altro; solo mentre vedi un film, mentre fumi una sigaretta. Solo infinitamente ma mai materialmente. Per mesi mi sono sentita così ed è stato, credetemi, molto pù duro di tutti i momenti in cui c'ero io ed io sola, io sola con me stessa e perciò non sola, mai. E' stato molto più duro di quanto possiate immaginare.
Ma sono ancora qui, e non credo di andarmene per il momento! :)
Partire quando sai che non mancherai a nessuno o a nessuno con quell'intensità. Partire senza avere un motivo tanto forte da farti restare o almeno da farti tornare. Partire senza che nessuno resti ad aspettare. E' diverso, totalmente. Potrei quasi dire non esista il paragone. Non credo una sensazione valga più di un altra, sia "migliore", sono solo incredibilmente diverse. Anche se, devo ammetterlo, io preferisco sapere che c'è qualcuno a guardare il cielo pensando che il mio aereo è partito, qualcuno che mi riporti indietro con la mente. Perchè adesso non so niente, e questo, se da un lato mi piace, dall'altro mi confonde, mi inquieta. Per quanto ne so, potrei non tornare, non ho nessun limite di movimento, né materiale né cerebrale. E' meno piacevole di quanto possiate immaginare: non tengo alla libertà quanto all'amore. Nulla mi ha fatto sentire tanto libera quanto l'amare. Sembra un controsenso, lo so, ma non mi interessa spiegare. E' qualocosa che si può solo sentire. Io ve lo auguro!
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Il gusto di un bagno caldo alle nove di sera: schiuma, candele, sigaretta (rigorosamente slim), musica. Finalmente le cose più semplici le faccio per me. Ho scoperto che so coccolarmi meglio di qualunque persona lo abbia fatto fin ora.
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Spesso e' cosi':
Passa l'ennesima nottata di freddo, a penetrare nelle ossa, mentre cerchi la forza che ancora ti viene richiesta, come l'ultima volta, come la penultima...come la prima. Non so nemmeno piu' se esiste in me o se solo me la invento e la ripeto a me stessa come una filastrocca, di quelle che hai imparato un giorno, da bambina, e che ti sembra di sapere da sempre.
A voltre e cosi':
Le nostre domande non trovano risposte e rispolveriamo tutto cio' che abbiamo abbandonato, sciogliendo nodi da capelli che nessuno ha mai davvero accarezzato. Spezzo le unghie grattando in terra, quest'oggi, per vedere se brilla la luce al centro del mondo. Ma, piu' scendo nelle profondoita' della Terra, piu' mi avvolge un buoi di piombo e silenzio.
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L'Essere
Scivoli sulla pelle
come la pioggia.
Non arrivi mai all'osso
pur mangiando la carne.
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La menzogna è di miele, lo so,
e il silenzio è il tuo scudo
alle mie verità.
L’amore cede il passo per non zoppicare:
la fine di sempre non può farci male.
Non siamo stati nient’altro che noi
e il collo tirato per vedere il cielo.
Oggi piove sulle nostre speranze,
tornano a galla le stesse carenze,
quelle di sempre, quelle tremende.
Non possiamo essere altro che noi
e gli aghi sotto le unghie
per grattare il passato,
riesumando il trionfo dell’istinto aberrato,
appendendo al muro l’ultimo desiderio.
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Sono tornata. Ormai è quasi una settimana.
A cosa mi è servita questa esperienza? Prima che a imparare la lingua, a tirare le somme.
È stata come un’improvvisa zumata all’indietro e tutto ciò che mi sembrava enorme, inaffrontabile, che mi atterriva al solo pensare, ecco che si è fatto piccolo, quasi insignificante. Londra è una grande città ma, devo dire, non sono state le sue peculiarità a farmi tornare così cambiata, quanto piuttosto il mettermi alla prova senza soluzioni di campo, l’eliminare volontariamente quelli che credevo essere punti di riferimento (e che poi si sono rivelati poco più che ulteriori pesi), il trovarmi, finalmente e immancabilmente, sola. E mai ho tanto amato la mia “solitudine” come in questo mese, perché mai ho avuto, prima d’allora, occasione di apprezzare la mia libertà e la mia personalità espressa in tutta se stessa, proprio grazie a questa improvvisa boccata d’aria. Essere lontana, essere null’altro che me, confrontarmi con un tutto nuovo mi ha fatto rendere conto di una piccola immensa verità: basto a me stessa. No, di più: coloro che credevo come necessari erano elementi destabilizzanti, coloro di cui ho creduto di non poter fare a meno, da un certo periodo in poi, non hanno fatto che togliermi: togliermi allegria, togliermi fiducia, togliermi solarità, togliermi affetto, togliermi energie, togliermi aria.
L’esperienza londinese mi ha fatto riscoprire e ritrovare lati del mio carattere che si erano in qualche modo obnubilati, soffocati da una pesantezza che non mi apparteneva, da un aver paura anche della propria ombra, dal dubitare delle proprie capacità, da una non-vita che non è mai stata la mia vita. A Londra ero sola, a Londra si sono presentati problemi di una gravità tale quali non credevo potessero arrivare in questo periodo; ebbene non ho mai avuto, una sola volta, dubbi sulla mia capacità di affrontarli, né tanto meno sulla mia volontà di affrontarli. Le mie energie sono divampate, rinvigorite, finalmente libere di esprimersi e far nuovamente luce. È tornata la mia allegria e la mia voglia di ridere, di stare una sera intera a scherzare per cazzate, di emozionarmi davanti a uno scoiattolo e di intenerirmi davanti a un barbone che dà il suo ultimo pezzo di pane a un cigno, di avventurarmi per viottoli ignoti dalle case colorate, per il solo gusto di guardare, di vivere e amare ogni cosa al mondo. Ho ritrovato il piacere di perdermi tra le linee dell’architettura gotica di Westmister prima ancora di vedere se ne sapevo abbastanza in proposito, di incantarmi nel giallo dei girasoli di Van Gogh prima di pensare a tutto ciò che avevo studiato circa quel quadro. Ho ritrovato la vita delle piccole cose, la vita leggera ma non per questo superficiale, tutt’altro, la vita semplice e intensa; ritrovando la vita ho ritrovato me, come ero sempre stata e come avevo voluto dimenticare di essere, per sentirmi più adatta forse, per essere accettata, per poter essere decodificata. Perché il mondo, o almeno parte di esso, non ti insegna ad essere felice, perché solo poche persone amano vederti star bene.
Vivere lì mi ha fatto rendere conto di quanto alcuni rapporti, che con tanta fatica portavo avanti, non facessero che farmi peggiorare, involvere, e in ultimo, non star bene. A volte ci ostiniamo a mantenere le cose per presa posizione, li teniamo in vita solo perché ci sono stati fino ad allora. In quei casi, dare un taglio netto può risultare rianimativo, come tagliare da una pianta i rami secchi e malati. E sapeste, con la distanza, quanti rapporti, a riguardarli, mi sono sembrati sterili, secchi della linfa della vitalità, dello scambio comunicativo, della vicinanza emotiva, in fondo, già morti. Quante persone ho conosciuto tanto nella mente e nei mille discorsi di sfondo culturale, quanto poco nel lato squisitamente umano, quel lato di cui una relazione vive, quel lato che per anni è mancato.
Ebbene, mi do alle pulizie di Natale e riparto con la voglia di dare, ma solo a coloro che vogliono “vivermi”. E non ho più paura di tagliare perché non ho bisogno di nessuno, perché non si può avere bisogno di ciò che non si è mai avuto. Non ho paura delle chiusure perché un rapporto morto è già chiuso. E finalmente so quanto valgo e quanto, a discapito di ciò che molti, troppi, mi hanno fatto credere, sia molto più di un corpo. E finalmente so che c’è chi se ne accorge, che non ero sempre io quella sbagliata, che non era sempre mia la colpa.
Fiduciosa continuo, perché nessuno più potrà farmi dimenticare chi sono, potrà farmi dubitare di me stessa. Ora so quello che voglio, so che persone desidero avere intorno. So cosa sono in grado dare e, di conseguenza, so cosa voglia ricevere e non sono più disposta ad accontentarmi.
Ho ricevuto da perfetti sconosciuti ciò che mi mancava da coloro che amavo, ho goduto del regalo di un sorriso e di una parola, ho apprezzato la semplicità, l’azione che non si perde nel pensiero, la chiarezza, la forza di affrontare le cose senza perdersi nel crogiolo dei problemi immaginari di cui molti sono portatori.
Torno a me stessa, il gioco non valeva la candela, non la sarebbe mai valsa.
Libertààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààà
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Ho costatato l'ennesima dolorosa verità: c'è sempre il risvolto della medaglia.
Inutile illudersi!
Lo so, sembra molto scoperta dell'acqua calda, ma provate a marchiarvela a fuoco addosso...poi ne parliamo.
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Il proposito per l'anno nuovo: diventare artefice del mio destino!
Ps. Ragazzi la vedo dura proprio! Ma non potevo limitarmi a fare un fioretto, che ne so, non mangerò cioccolata per un mese?
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Il nostro problema è che crediamo troppo spesso alle parole.
Forgiamo perfette illusioni intorno ad auree sillabe,
stupiti restiamo quando, per un momento, ascoltiamo il nostro silenzio:
in esso vediamo tutto ciò che è e che è sempre stato.
Solo allora ci rendiamo conto di quanto abbiamo mentito.
...
Sto partecipando ad una votazione di poeti su internet, non ho capito esattamente quale sia il premio in palio, ma forse, per me, il premio ha smesso di avere importanza da tempo, mi godo il viaggio a bocca chiusa (una buona volta).
Se avete un pò di tempo, vi sarei grata se mi andasse a votare (al nome www.inlovinmemory.splinder.com) su questo sito:
poetryblogrankings.com/members/vote.aspx
Grazie e buona notte a tutti
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La speranza è come una moneta
che passa tra le mani di chi sa che perderà.
Più conosci la speranza, più questa perde di attrattiva.
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C'è solo un modo per realizzare pienamente qualcosa, qualsiasi cosa: amarla e non bramarla.
...
Mi chiedo quando sorgerà il sole e una luce divina annuncerà che è arrivato il tempo di fermarsi. Le mie scarpe sono consumate dalla corsa perenne intorno al vuoto e le gambe stanche implorano di lasciarmi cadere in terra. Amavo troppo il vento tra i capelli per restare e le parole erano quelle che non sentiremo mai dire.
Ma questo giorno e questa casa, questa notte e questi occhi che non parlano mai...
A volte le cose ti sembrano così vicine da poterle afferrare e stringi i pugni convinto che ne usciranno farfalle. Il nulla che sgambetta intorno e tu sdraiato a terra con fiori che sbocciano dai palmi. Una nuvola che t'avvolge e ti porta in alto per danzare.
Gli occhi chiusi
(serrali se non ti vuoi svegliare)
e socchiudi la bocca
(quanto basta per far respirare la verità che non puoi nemmeno sussurrare)
...
Il soffio della vita in testa
e coriandoli che cadono a tempesta,
il colore confuso nel sorriso
di chi l'attimo ha afferrato peregrino.
Le braccia come scialle attorno al collo
e appassite parole sulle labbra
che aspettano lo sbocciare di un ricordo.
Ancora, mente mia, fatti da parte
e lascia questo sangue a governare
gli anni miei freschi e cacciatori
di chi proprio non vuole rinunciare.
...
Avrei potuto essere
ho deciso di stare,
prigioniera del tempo
e dei suoi canti di vento.
Stagnavo sentimenti
in volti di ignoti.
Pur di negare me stessa
sarei divenuta chiunque.
Con cardini nelle giunture,
spezzo ancora le catene
e mordo la lingua
per tacere le parole.
Rinuncerò
ad ogni spiraglio di luce
pur di comprendere
le tenebre tra noi.
...
Sono voci e occhi, mani e capelli nel vento,
è quel mondo sporco e carnoso
cui più non appartengo
E vedo sulle vostra dita dipinte
le giornate che passate assieme
e le risa che trasfigurate,
pur di non piangere la verità.
Tra voi è tutto dato e tutto accettato:
la logica del predatore che zoppica
per non essere attaccato.
L’alterità ha un messaggio funesto:
ciò che non siamo,
al di là del torrente di gente
che s’abbraccia un’ultima volta.
Il giorno in cui mi avete avuta
conta meno di quello in cui non fui,
poiché la negazione, a questo mondo,
ha più valore.
Di sentimenti, tra noi, non s’è parlato:
li si è solo sognati.
...
Questa citta’ non rallenta
Non grattare i muri:
sotto la vernice rosa non troverai
che questa mia malinconia velata
che, di giorno, travesto
e porto a spasso per la strada.
E, con il vento freddo
a farmi compagnia,
nel frammentarsi ipocrita
dell’essere altrui,
colgo intatta dall’asfalto
la leggiadria del tempo.