E' stato cosi' bello ed emozionante ricevere questa notizia, che nemmeno ho il coraggio di scrivere in proposito: posto semplicemente la mail cosi' come mi e' arrivata.

- COMUNICATO STAMPA –

P r e m i o L e t t e r a r i o N a b o k o v

e d i z i o n e 2008



Dopo attenta lettura la giuria tecnica, a suo insindacabile giudizio, ha decretato i finalisti del Premio Letterario Nabokov – edizione 2008.

I finalisti della sezione narrativa:
Angelo Vetturini, “Il lume di carta”, Editrice La Mandragora;
Fabrizio Gabrielli, “L'inafferrabile Weltanschauung del pesce rosso”, Prospettiva editrice;
Vittorio Eman, “La donna venuta dal deserto”, Graus editore;
Giovanna Passigato, “Il viaggio del Re morto”, Bup editore;
Nicla Morletti, “Nelle mani del vento”, Edizioni Giuseppe Laterza.

I finalisti della sezione poesia:
Gabriella Cinti, “Suite per la parola”, peQuod editore;
Renzo Piccoli, “Lotta con l'angelo”, Sovera editore;
Federica Fotino, “La stanza delle ombre”, Giuseppe De Nicola editore;
Nicola Fidanza, “Veglie Terrestri”, Libroitaliano World editore;
Dea Cardio, “Denudario - Eros in obbligato ritmico”, Papageno Edizioni.

I finalisti della sezione saggistica:
Marcello Scurria, “Le cose dell'Uomo - La poesia di Tommaso Romano”, Edizioni “Il Grappolo”;
Stanislao Liberatore, “Cibi e luxus di Roma Imperiale”, Edizioni Qualevita;
Alessandra Paganardi, “Lo sguardo dello stupore – Lettura di cinque poeti contemporanei”, Viennepierre edizioni;
Marco Onofrio, “Guido De Carolis – Pitture Luce Energia”, Edilazio editore;
Elena Guerrieri, “Letteratura, biografia e invenzione- Penna, Montale, Loria, Magris e altri contemporanei”, Edizioni Polistampa.

I vincitori, uno per sezione, saranno premiati durante la cerimonia che avrà luogo a Roma a data da destinarsi.

vediamo se riconoscete qualcuno tra i finalisti ;)


...


Pubblicato sulla collana Lab di Perrone Editore, casa editrice romana, il racconto "Una giornata meravigliosa" di Federica Fotino. L'antologia si intitola "La palla e' rotonda" e raccoglie i racconti, inediti, di scrittori italiani che non hanno ancora visto i riflettori della fama. Il libro e' disponibile in molte librerie che partecipano al progetto Lab.

hhh

...

hh

Martedì 3 giugno, alle ore 21.00, in fm su 95.8 e in streaming su radiocitta.com o radiocitta.net, verrà mandata in onda un'intervista, fatta alla sottoscritta, federica fotino, in merito alla raccolta poetica "La stanza delle ombre".
Durante la puntata, verranno lette alcune poesie, tratte del libro. I testi saranno inoltre commentati da Ernesto Razzano, ideatore e voce del programma.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a infoline : radiocittà tel 0824 313674 cell 3292171661
La trasmissione, che mi ha avuta come ospite, è "Scemo chi legge": si tratta di un programma sui libri, con approfondimenti, letture e brevi interviste.
La puntata andrà in replica nella notte tra venerdì e sabato, ovvero tra il 6 e il 7 giugno, alle ore 2.00.
Buon ascolto!


...


Il 30 Aprile 2008, alle 18.30, appuntamento in via Eleonora d'Arborea n.30 (zona Piazza Bologna), Roma, nella sede di Giulio Perrone Editore, per la presentazione dell'antologia sul tema "Tempo" pubblicata dalla stessa casa editrice. Autori ed interessati sono invitati a prendere parte a quest'"aperitivo letterario".
All'interno dell'antologia è presente una poesia di Federica Fotino, la quale sarà pubblicata prossimamente sul sito.
Vi aspettiamo!!!

...


Sulla collana LAB di Perrone Editore di Roma è stata pubblicata la mia poesia "veglia". Il progetto si propone di mettere in contatto esordienti della poesia o della narrativa breve con le case editrici, oltre che con altri amanti della parola cartacea, ed ha da poco avviato la creazione, a questo scopo, di antologie a tema. La mia poesia è stata pubblicata su quella dedicata al Tempo, attualmente in vendita e presentata per la prima volta il 30 Aprile nella stessa sede della casa editrice.
Riporto ora la poesia:

La veglia

Eravamo svegli quando
il nostro mondo smise di appartenerci
e schiere di fenici divennero cenere
prima di risorgere.

Il tempo era roseo di tramonto
e noi recitavamo d’essere noi stessi.

Il ricordo ha sempre la sua attrattiva
fresca di marea fumosa:
collezioni di parole
come ali di falene inchiodate.

Occhi glaciali prima di cantare
l’atroce dimenticanza del nostro
futuro disatteso.




Federica Fotino

nasce ad Avellino il 18 aprile del 1986. Si dedica a studi classici presso il Liceo "Pietro Colletta" di Avellino, attraverso il quale partecipa a numerosi concorsi di poesia e ad iniziative culturali. Dopo un'infanzia poco serena e un'adolescenza ancor più turbolenta, lascia la città natale all'età di 18 anni per muovere verso Roma. Nella capitale vede la fine, a seguito di un incidente “domestico” e dopo oltre 10 anni di brillante agonismo, della carriera equestre. Si iscrive alla facoltà di “Economia Politica” all’ateneo "La Sapienza" di Roma, città dove trascorre gli anni dell’università. Fin da bambina Federica si sente attratta dalla carta e dall'inchiostro: legge molto ed entra presto in contatto con i poliedrici aspetti del mondo delle arti letterarie e figurative. Partecipa a concorsi di poesia e prosa, in molti dei quali risulta vincitrice (Poesia e musica ad Avellino (3 volte) -cui segue pubblicazione in un’antologia-, Kriterion ad Avellino, Ponte san Nicolò a Padova, Fuochi allavorati ancora ad Avellino). Nel 2002 arriva tra i finalisti del concorso internazionale di filosofia dedicato a Giordano Bruno "Certamen Bruniano". Nello stesso anno crea e dirige il programma radiofonico "Imagine" e partecipa al progetto Maxim (corso di tele-giornalismo) della RAI. Nel 2003 prende parte al Progetto "Babele", con la scuola "Holden" di Torino (diretta da Alessandro Baricco), con il Prof. Giorgio Vasta, al termine del quale viene pubblicato il suo racconto “Sergio Minghella”. Nel 2006 crea il blog “Blower’s Daughter” ed entra in contatto con la rivista letteraria Prospektiva (Roma), grazie alla quale vede pubblicato, a seguito di una competizione, il suo racconto “2050”. Nel maggio 2007 vede la luce la raccolta di poesie “La stanza delle ombre”, edita "De Nicola Editore" di Napoli, tuttora in vendita nelle librerie. Nasce, nei primi mesi di distribuzione del libro, il progetto parallelo de “I ragazzi della stanza delle ombre”: letture di poesie, tra la declamazione e la recitazione, della stessa autrice e dell’attrice di teatro Luisa Leoncavallo, accompagnate dalle note di Dario Bellicoso alla chitarra e Simone Vignola al contrabbasso. Nello stesso anno ottiene riconoscimenti presso il concorso “Il Saggio” di Eboli (lo stesso avverrà nel 2008) ed è ancora contattata, per un progetto con Elio Pecora, dalla rivista Prospektiva. In Agosto comincia a lavorare presso il giornale “Buongiorno” di Avellino, con il quale, ancora oggi, collabora. Nel 2008 vede pubblicati numerosi racconti e poesie sulle antologie della Collana Lab, edite "Perrone Editore" di Roma e distribuite su territorio nazionale. Nello stesso anno si piazza tra i cinque finalisti del Premio Internazionale Nabocov.



Federica Fotino

was born in Avellino on 18th April 1986. She lived there till she moved to Roma at the age of 18th. For 10 years she used to ride horses and run races but her career was stopped by a “domestic” accident. She went to the gymnasium in Avellino and now she is studying Economy at “La Sapienza” University in Rome. She has been writing since she was child: poems, novels and other kind of works. While she was still at school, she took part to several literary competitions and she won some of them like: “Poesia e Musica” in Avellino (two times), Kriterion in Avellino, Ponte S. Nicolò in Padova, "Fuochi Allavorati" in Avellino again. During 2002 she was among the finalists of the "Certamen Bruniano", an international philosophical competition and, during the same year, she created and was the first voice of the radio program "Imagine". In 2003 she took part in the "Babele" design, made by the "Holden" School (Turin), and she published her first short story: “Sergio Minghella”. During that year she also attended classes of journalism on the RAI. During 2006 she created her blog “the Blowers Daughter” which collects a lot of poems and other various compositions; through this she has been contacted by the literary magazine “Prospektiva”, who published her short story "2050”, which has won the related competition. In 2007 her first work, “La stanza delle ombre”, a poems collection, is out for "De Nicola" publisher. When the distribution of the book started, she ideated the new design of the “I ragazzi della stanza delle ombre”(with the author and Luisa Leoncavallo both at the voice, Simone Vignola at the double-bass and Dario Bellicoso at the guitar). It is a show in which music, drama and literature run into a magical artistic moments. During 2007 she started working for the newspaper "Buongiorno", which she is still writing for. In 2008 she was among the finalists of the "Nabocov International Literary Competition".


ESTRATTI DA "LA STANZA DELLE OMBRE"


Inquilino sconosciuto

Scrivo …
Scrivo perché non so pensare.
Spesso rinnego il pensiero,
quella piccola piaga dell’essere.
Ma una mente vuota
non è mente,
una colma è dolente.
Con la calma rassegnata
di chi ha perso tutto
e non vuole niente
accetto l’insensatezza
delle cose e di noi,
quella percettibile
mancanza di sostanza.
Non posso condividere
l’eternità di una vita
con un estraneo:
fallito matrimonio
come tanti.
Eppure non riesco a pensare
quando l’inquilino che è in me
mi si siede davanti
senza dir nulla,
con la freddezza di chi non è.
Gli occhi fissi nel buio.
Non riesco a dir nulla:
e le ombre intorno a noi
bisbigliano.
Così scrivo.
Se scrivo posso, riesco
a guardarlo negli occhi.
Nel nero della sua pupilla
imbevo la penna,
inchiostro crudele.
Scrivo parole mai dette,
morte in gola
prima che il respiro le emetta.


Do ut des

L’acqua nel lavello
mi rimanda lo spettro
di ciò che fu.
Le mie vesti
sono quelle di sempre
e sfoggia ancora la porta
le tracce consunte
di colui che andò
per non tornare,
recando sulle spalle
tutto ciò che non potrò avere
e che pertanto, perdonami,
non so dare.


Requiem

A restare sarà la mia memoria,
il ricordo di un giorno o di un’ora.
A restare sarà il sentimento
nel corpo dell’altro,
l’idea che ha inventato di me.
Non sono che l’immagine
sulla retina dell’altro.
Sono tutto ciò che non provo.


L’ingranaggio


Come le foglie rosse di Londra,

in questi giorni imprigiono la pioggia,

serrando desideri in cassetti chiusi a chiave.

Avrei dovuto domarla la puttana:

questa vita che, fagocitandoti, t’abbandona,

questo rosso che dipinge la sera incupita,

mentre i palazzi urlano per la strada:

quando la polvere penetra la pelle

e il fango attanaglia la gola.



...



L'uncino


Come l'acqua o l'aria
la mia visibilità dal recipiente dipese.
Perciò agghindai il corpo
e nell'altrui occhio attrazione riprese

Estrassi liquefatta pelle dall'assenza
e, nel mio cammino a passi indietro,
parole chiodate ostruirono la gola
per non scalfirmi in faccia alcun segreto.

Così nel vuoto immenso di me stessa
smisi di parlare ad occhio sordo
e, come fossi terra di nessuno,
con ferro cavai il resto di un ricordo.



...



Sotto vuoto

Mi riappropriai della mia vita per perderla,

come si perde un pezzo di tabacco.


Conobbi l’amore per dimenticarlo,

come si dimentica il nome di un compagno.


Scavai nelle membra il sapore di te

per non averlo più e non perderlo mai.


Otturai ogni comunicazione con l’esterno,

e da allora le parole ebbero importanza.


...


Nessuno ha mai voluto che stessi bene

Mi hanno accusato del mio dolore come fosse una malattia,

l’odore malsano della bambina malata nella camera da letto.

E io cercavo il cielo nel baldacchino in legno

aspettando che qualcuno volesse guarirmi.

Ma nessuno ha mai voluto che io stessi bene

e m’invadevano di parole come pillole azzurre;

le mie lacrime erano sintomi da celare nella penombra

della luce a neon sul comodino.

Tappezzavo le mura di foto per non sentirmi sola

e il mio viso in due dimensioni mi ricordava che

anch’io appartenevo al mondo.

Ho tremendamente paura di dimenticarmi,

è stato così facile per tutti voi!


...


Ieri ho visto un film davvero notevole: Black Book. Il primo a trattare il tema della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto analizzandolo dalla prospettiva più squisitamente umana, senza schierare buoni e cattivi ma analizzando l'animo dell'uomo, con i suoi lati oscuri e i suoi egoismi accresciuti dal dolore. Mi ha fatto riflettere: su di me e su coloro che conosco, su come gli anni e le sofferenze siano capaci di trasfigurare una persona in altro da sé, su come l'egoismo di alcuni uomini possa risultare duro come il piombo e più durevole del tempo stesso.

Spero di riuscire a restare me...



...


La sentenza


Linfa di porpora
trama veleno,
attaccato all’amo
l’animo urla.

Egoismo di piombo
rese l’utero magro,
la mia vita in teatro:
personaggi di vetro.

Fece la colpa
giudice l’uomo
e corpo innocente
fu sterpo per rogo.

Sospirando sul ponte
raggiunsi il subisso
coperto di coltre,
di umido abisso.


...



Sembra che a volte l'unica cosa da fare sia proprio l'unica che non vorresti.


...


...è troppo tardi...
...troppo tardi per tutto..


...


Se tutto va bene ad Aprile saro' laureata. Devo studiare come una pazza, quindi sono in stato di allerta: non posso permettere a nessuna depressione di venirmi a mettere i bastoni tra le ruote. Cosi' cammino guardandomi intorno, vigile e sveglia, per vedere se mi sta per attaccare. Mi sono costruita un bello scudo di impegni e chimiche per poterne fronteggiare fanti e cavalieri. All'artiglieria pesante penseremo poi. Proteggo strenuamente l'unica torre che e' rimasta in piedi. Devo fare attenzione a non dispendere energie percio' ho deciso che non posso piu' cercare l'amore ad ogni passo, analizzando i solchi tra i ciottoli e le briciole lasciate sul selciato. Chiudo la caccia al tesoro: era tutto un imbroglio o io non sono stata in grado di trovarlo. Non lo so. Cercatelo voi adesso, se vi va.

ps.in alternativa...lasciate perdere... (se non e' zuppa e' pan bagnato!)


...


Il ritorno nella laguna casalinga non è stato dei migliori, però neanche pessimo. Insomma, dipende dai punti di vista. Stranamente mi sta rassicurando la mia precarietà: il non sapere dove andare, cosa fare, il non sapere nemmeno dove sono stata. Non possiamo perdere ciò che non abbiamo. Se questo è vero, non ho nulla da perdere. Mi tranquillizzo pensando che posso solo salire. Allo stesso modo mi piace pensare che è stato giusto così, che il bello non è l'opposto del brutto, che nei miei ricordi posso vedere le stelle e che, se non ci sono stelle, sono in grado di sognarle. Forse la mia mente, il mio corpo adesso mi sono amici....forse...


..


Tra una settimana sarò a Londra. Le sensazioni si mescolano: emozione, paura, curiosità, ansia, eccitazione, entusiasmo, timore dell'ennesima delusione ma, soprattutto, il mettermi alla prova che volevo. Ho volontariamente eliminato ogni sorta di punto di riferimento (almeno quelli che mi erano rimasti) per un mese e scoprirò, forse, che basto a me stessa più di quanto non credessi. Non lo so. Sono curiosa di vedere quanto posso spingermi oltre: dove partono i mieie limiti e dove le mie capacità. Sono curiosa di trovarmi davanti la solitudine materiale, perchè secondo me è molto meno dura di quella sostanziale, emotiva. Quella che provi quando hai persone accanto, e intorno: ti senti solo, tramendamente; solo anche se sei nello stesso letto e le pelli si toccano, gli odori si mescolano; solo anche se sono giorni che mangi l'uno di fornte all'altro; solo mentre vedi un film, mentre fumi una sigaretta. Solo infinitamente ma mai materialmente. Per mesi mi sono sentita così ed è stato, credetemi, molto pù duro di tutti i momenti in cui c'ero io ed io sola, io sola con me stessa e perciò non sola, mai. E' stato molto più duro di quanto possiate immaginare.

Ma sono ancora qui, e non credo di andarmene per il momento! :)

Partire quando sai che non mancherai a nessuno o a nessuno con quell'intensità. Partire senza avere un motivo tanto forte da farti restare o almeno da farti tornare. Partire senza che nessuno resti ad aspettare. E' diverso, totalmente. Potrei quasi dire non esista il paragone. Non credo una sensazione valga più di un altra, sia "migliore", sono solo incredibilmente diverse. Anche se, devo ammetterlo, io preferisco sapere che c'è qualcuno a guardare il cielo pensando che il mio aereo è partito, qualcuno che mi riporti indietro con la mente. Perchè adesso non so niente, e questo, se da un lato mi piace, dall'altro mi confonde, mi inquieta. Per quanto ne so, potrei non tornare, non ho nessun limite di movimento, né materiale né cerebrale. E' meno piacevole di quanto possiate immaginare: non tengo alla libertà quanto all'amore. Nulla mi ha fatto sentire tanto libera quanto l'amare. Sembra un controsenso, lo so, ma non mi interessa spiegare. E' qualocosa che si può solo sentire. Io ve lo auguro!


...


Il gusto di un bagno caldo alle nove di sera: schiuma, candele, sigaretta (rigorosamente slim), musica. Finalmente le cose più semplici le faccio per me. Ho scoperto che so coccolarmi meglio di qualunque persona lo abbia fatto fin ora.


...


Spesso e' cosi':
Passa l'ennesima nottata di freddo, a penetrare nelle ossa, mentre cerchi la forza che ancora ti viene richiesta, come l'ultima volta, come la penultima...come la prima. Non so nemmeno piu' se esiste in me o se solo me la invento e la ripeto a me stessa come una filastrocca, di quelle che hai imparato un giorno, da bambina, e che ti sembra di sapere da sempre.
A voltre e cosi':
Le nostre domande non trovano risposte e rispolveriamo tutto cio' che abbiamo abbandonato, sciogliendo nodi da capelli che nessuno ha mai davvero accarezzato. Spezzo le unghie grattando in terra, quest'oggi, per vedere se brilla la luce al centro del mondo. Ma, piu' scendo nelle profondoita' della Terra, piu' mi avvolge un buoi di piombo e silenzio.



....



L'Essere


Scivoli sulla pelle

come la pioggia.

Non arrivi mai all'osso

pur mangiando la carne.



...



La menzogna è di miele, lo so,
e il silenzio è il tuo scudo
alle mie verità.
L’amore cede il passo per non zoppicare:
la fine di sempre non può farci male.

Non siamo stati nient’altro che noi
e il collo tirato per vedere il cielo.
Oggi piove sulle nostre speranze,
tornano a galla le stesse carenze,
quelle di sempre, quelle tremende.

Non possiamo essere altro che noi
e gli aghi sotto le unghie
per grattare il passato,
riesumando il trionfo dell’istinto aberrato,
appendendo al muro l’ultimo desiderio.



...



Sono tornata. Ormai è quasi una settimana.

A cosa mi è servita questa esperienza? Prima che a imparare la lingua, a tirare le somme.

È stata come un’improvvisa zumata all’indietro e tutto ciò che mi sembrava enorme, inaffrontabile, che mi atterriva al solo pensare, ecco che si è fatto piccolo, quasi insignificante. Londra è una grande città ma, devo dire, non sono state le sue peculiarità a farmi tornare così cambiata, quanto piuttosto il mettermi alla prova senza soluzioni di campo, l’eliminare volontariamente quelli che credevo essere punti di riferimento (e che poi si sono rivelati poco più che ulteriori pesi), il trovarmi, finalmente e immancabilmente, sola. E mai ho tanto amato la mia “solitudine” come in questo mese, perché mai ho avuto, prima d’allora, occasione di apprezzare la mia libertà e la mia personalità espressa in tutta se stessa, proprio grazie a questa improvvisa boccata d’aria. Essere lontana, essere null’altro che me, confrontarmi con un tutto nuovo mi ha fatto rendere conto di una piccola immensa verità: basto a me stessa. No, di più: coloro che credevo come necessari erano elementi destabilizzanti, coloro di cui ho creduto di non poter fare a meno, da un certo periodo in poi, non hanno fatto che togliermi: togliermi allegria, togliermi fiducia, togliermi solarità, togliermi affetto, togliermi energie, togliermi aria.

L’esperienza londinese mi ha fatto riscoprire e ritrovare lati del mio carattere che si erano in qualche modo obnubilati, soffocati da una pesantezza che non mi apparteneva, da un aver paura anche della propria ombra, dal dubitare delle proprie capacità, da una non-vita che non è mai stata la mia vita. A Londra ero sola, a Londra si sono presentati problemi di una gravità tale quali non credevo potessero arrivare in questo periodo; ebbene non ho mai avuto, una sola volta, dubbi sulla mia capacità di affrontarli, né tanto meno sulla mia volontà di affrontarli. Le mie energie sono divampate, rinvigorite, finalmente libere di esprimersi e far nuovamente luce. È tornata la mia allegria e la mia voglia di ridere, di stare una sera intera a scherzare per cazzate, di emozionarmi davanti a uno scoiattolo e di intenerirmi davanti a un barbone che dà il suo ultimo pezzo di pane a un cigno, di avventurarmi per viottoli ignoti dalle case colorate, per il solo gusto di guardare, di vivere e amare ogni cosa al mondo. Ho ritrovato il piacere di perdermi tra le linee dell’architettura gotica di Westmister prima ancora di vedere se ne sapevo abbastanza in proposito, di incantarmi nel giallo dei girasoli di Van Gogh prima di pensare a tutto ciò che avevo studiato circa quel quadro. Ho ritrovato la vita delle piccole cose, la vita leggera ma non per questo superficiale, tutt’altro, la vita semplice e intensa; ritrovando la vita ho ritrovato me, come ero sempre stata e come avevo voluto dimenticare di essere, per sentirmi più adatta forse, per essere accettata, per poter essere decodificata. Perché il mondo, o almeno parte di esso, non ti insegna ad essere felice, perché solo poche persone amano vederti star bene.

Vivere lì mi ha fatto rendere conto di quanto alcuni rapporti, che con tanta fatica portavo avanti, non facessero che farmi peggiorare, involvere, e in ultimo, non star bene. A volte ci ostiniamo a mantenere le cose per presa posizione, li teniamo in vita solo perché ci sono stati fino ad allora. In quei casi, dare un taglio netto può risultare rianimativo, come tagliare da una pianta i rami secchi e malati. E sapeste, con la distanza, quanti rapporti, a riguardarli, mi sono sembrati sterili, secchi della linfa della vitalità, dello scambio comunicativo, della vicinanza emotiva, in fondo, già morti. Quante persone ho conosciuto tanto nella mente e nei mille discorsi di sfondo culturale, quanto poco nel lato squisitamente umano, quel lato di cui una relazione vive, quel lato che per anni è mancato.

Ebbene, mi do alle pulizie di Natale e riparto con la voglia di dare, ma solo a coloro che vogliono “vivermi”. E non ho più paura di tagliare perché non ho bisogno di nessuno, perché non si può avere bisogno di ciò che non si è mai avuto. Non ho paura delle chiusure perché un rapporto morto è già chiuso. E finalmente so quanto valgo e quanto, a discapito di ciò che molti, troppi, mi hanno fatto credere, sia molto più di un corpo. E finalmente so che c’è chi se ne accorge, che non ero sempre io quella sbagliata, che non era sempre mia la colpa.

Fiduciosa continuo, perché nessuno più potrà farmi dimenticare chi sono, potrà farmi dubitare di me stessa. Ora so quello che voglio, so che persone desidero avere intorno. So cosa sono in grado dare e, di conseguenza, so cosa voglia ricevere e non sono più disposta ad accontentarmi.

Ho ricevuto da perfetti sconosciuti ciò che mi mancava da coloro che amavo, ho goduto del regalo di un sorriso e di una parola, ho apprezzato la semplicità, l’azione che non si perde nel pensiero, la chiarezza, la forza di affrontare le cose senza perdersi nel crogiolo dei problemi immaginari di cui molti sono portatori.

Torno a me stessa, il gioco non valeva la candela, non la sarebbe mai valsa.

Libertààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààààà



...



Ho costatato l'ennesima dolorosa verità: c'è sempre il risvolto della medaglia.
Inutile illudersi!
Lo so, sembra molto scoperta dell'acqua calda, ma provate a marchiarvela a fuoco addosso...poi ne parliamo.


...




Il proposito per l'anno nuovo: diventare artefice del mio destino!
Ps. Ragazzi la vedo dura proprio! Ma non potevo limitarmi a fare un fioretto, che ne so, non mangerò cioccolata per un mese?



...



Il nostro problema è che crediamo troppo spesso alle parole.

Forgiamo perfette illusioni intorno ad auree sillabe,

stupiti restiamo quando, per un momento, ascoltiamo il nostro silenzio:

in esso vediamo tutto ciò che è e che è sempre stato.

Solo allora ci rendiamo conto di quanto abbiamo mentito.



...



Sto partecipando ad una votazione di poeti su internet, non ho capito esattamente quale sia il premio in palio, ma forse, per me, il premio ha smesso di avere importanza da tempo, mi godo il viaggio a bocca chiusa (una buona volta).
Se avete un pò di tempo, vi sarei grata se mi andasse a votare (al nome www.inlovinmemory.splinder.com) su questo sito:

poetryblogrankings.com/members/vote.aspx
Grazie e buona notte a tutti



...

La speranza è come una moneta

che passa tra le mani di chi sa che perderà.

Più conosci la speranza, più questa perde di attrattiva.

...

C'è solo un modo per realizzare pienamente qualcosa, qualsiasi cosa: amarla e non bramarla.

...

Mi chiedo quando sorgerà il sole e una luce divina annuncerà che è arrivato il tempo di fermarsi. Le mie scarpe sono consumate dalla corsa perenne intorno al vuoto e le gambe stanche implorano di lasciarmi cadere in terra. Amavo troppo il vento tra i capelli per restare e le parole erano quelle che non sentiremo mai dire.

Ma questo giorno e questa casa, questa notte e questi occhi che non parlano mai...

A volte le cose ti sembrano così vicine da poterle afferrare e stringi i pugni convinto che ne usciranno farfalle. Il nulla che sgambetta intorno e tu sdraiato a terra con fiori che sbocciano dai palmi. Una nuvola che t'avvolge e ti porta in alto per danzare.

Gli occhi chiusi

(serrali se non ti vuoi svegliare)

e socchiudi la bocca

(quanto basta per far respirare la verità che non puoi nemmeno sussurrare)


...


Il soffio della vita in testa
e coriandoli che cadono a tempesta,
il colore confuso nel sorriso
di chi l'attimo ha afferrato peregrino.


Le braccia come scialle attorno al collo
e appassite parole sulle labbra
che aspettano lo sbocciare di un ricordo.


Ancora, mente mia, fatti da parte
e lascia questo sangue a governare
gli anni miei freschi e cacciatori
di chi proprio non vuole rinunciare.

...


Avrei potuto essere
ho deciso di stare,
prigioniera del tempo
e dei suoi canti di vento.

Stagnavo sentimenti
in volti di ignoti.
Pur di negare me stessa
sarei divenuta chiunque.

Con cardini nelle giunture,
spezzo ancora le catene
e mordo la lingua
per tacere le parole.

Rinuncerò
ad ogni spiraglio di luce
pur di comprendere
le tenebre tra noi.


...



Sono voci e occhi, mani e capelli nel vento,
è quel mondo sporco e carnoso
cui più non appartengo

E vedo sulle vostra dita dipinte
le giornate che passate assieme
e le risa che trasfigurate,
pur di non piangere la verità.

Tra voi è tutto dato e tutto accettato:
la logica del predatore che zoppica
per non essere attaccato.

L’alterità ha un messaggio funesto:
ciò che non siamo,
al di là del torrente di gente
che s’abbraccia un’ultima volta.

Il giorno in cui mi avete avuta
conta meno di quello in cui non fui,
poiché la negazione, a questo mondo,
ha più valore.

Di sentimenti, tra noi, non s’è parlato:
li si è solo sognati.



...



Questa citta’ non rallenta

Non grattare i muri:
sotto la vernice rosa non troverai
che questa mia malinconia velata
che, di giorno, travesto
e porto a spasso per la strada.

E, con il vento freddo
a farmi compagnia,
nel frammentarsi ipocrita
dell’essere altrui,
colgo intatta dall’asfalto
la leggiadria del tempo.








“Racconto 2050 sul precariato”
(Prospektiva)

“Nelle poesie di Federica si avverte una sorta di frontiera che impedisce l’acquisizione di una completa identità: tra sogno e disincanto si consuma la voglia di essere protagonista di una poesie intensa come unica, autentica ragione di comprensione delle radici del mondo”
(Piazza Libertà)

"La lettura è stimolante, reminiscenze classiche si alternano ad echi ed influssi della poesia italiana contemporanea, riconoscibili soprattutto nell'ultima sezione. Sei anni di produzione poetica testimoniano dunque dell'esistenza certa di una "storia" che sottende questi versi e lasciano intravedere una futura proficua attività poetica che avrà sicuramente modo di approfondire la ricerca sulla metrica. Nonostante la sua giovane età, anche per l'autrice di questa silloge la poesia, e la scrittura in genere, disvelano il loro grande valore terapeutico, in grado di lenire qualsiasi dolore e sofferenza del vivere."
(Biblioteca Statale di Montevergine)

"E' una raccolta di poesie articolata in cinque sezioni, due di salita, un NOI centrale e due di discesa. L'opera svela nelle pagine l'archetipo del rapporto uomo-donna, analizzando tutte le emozioni che esso coinvolge da quando ha inizio a quando ha fine."
( www.yourbooks.it )


"Fotino è sofisticata, aulica a tratti e dolcemente ermetica, quel tanto che basta per farsi capire dai “più grandi”, quel poco che basta per sorvolare sulla moltitudine di giovani svogliati. Le sue poesie, al di là dell’organizzazione del progetto letterario, sono come piccoli capolavori tirati fuori da blocchi grezzi di materia prima. Lo scalpello è il pathos del vissuto, il protagonismo volontario e non dei propri fatti, maggiormente centrati su aspetti sentimentali di un amore universale, non solo quello privato e istintivo del mistero perenne che viviamo quotidianamente.(...) La stanza è in ombra perché la luce brucerebbe gli occhi. Da leggere senza prima informarsi sull’autrice, ne verreste irrimediabilmente “corrotti”. Cuore sgombro a libro aperto. Fino all’ultimo verso. Dopodiché ascoltare l’anima."
(il Logo)






E-MAIL

federicafotino@email.it

virgola1986@hotmail.it


SITI

www.myspace.com/federicafotino

www.inlovinmemory.splinder.com

http://blog.libero.it/NoLimitToFly/


www.prospektiva.it

www.denicolaeditore.it

www.myspace.com/muhemusik

www.giulioperroneditore.it




LA STANZA DELLE OMBRE
NELLE LIBRERIE DA MAGGIO 2007

10 €

PER MAGGIORI INFORMAZIONI
SCRIVI A:
federicafotino@email.it






MANIFESTI
PRESENTAZIONE LIBRO / EVENTI


1 €





SEGNALIBRO




0,50 €


PER MAGGIORI INFORMAZIONI
SCRIVI A:
federicafotino@email.it